giovedì 20 maggio 2021

Sofia Gardini, 3A 2020-21: Andreuccio, Lisabetta, Fiordaliso e il confronto con Dante

Andreuccio, protagonista della quinta novella della seconda giornata del Decameron, evolve o involve dopo tutte le brutte esperienze che vive a Napoli? rispondere non è facile. Immaginare un giovane di buona famiglia che fa il suo primo viaggio per acquistare dei cavalli e viene travolto da una serie di personaggi negativi, come l'incontro con la prostituta che vuole sottrargli i suoi 500 fiorini fingendosi sua sorella, o con i due ladri che lo abbandonano prima nel pozzo e poi di nuovo dentro la tomba dell’arcivescovo di Napoli, non mi fa pensare a una possibile evoluzione positiva nella sua vita.
Certo, Andreuccio torna a Perugia con l’anello dell’arcivescovo e quindi senza aver perso il suo denaro, però non so quanto delle cattive esperienze possano produrre dei cambiamenti positivi nella vita. Naturalmente, il giovane personaggio evolve, nel senso che avrà memoria delle brutte avventure fatte e forse nel viaggio successivo non si lascerà ingannare così facilmente, ma d’altra parte penso che come uomo abbia perso qualcosa, ad esempio perché la fiducia negli altri.

Due donne, due morali della storia: Madonna Fiordaliso, sempre nella novella di Andreuccio, viene descritta come una giovane siciliana, bellissima (con un bel volto), ma disposta a compiacere gli uomini a qualunque prezzo. È maliziosa, ma all’incontro con Andreuccio si presenta vestita decorosamente e inventa per intero la relazione della madre con il padre di Andreuccio al solo scopo di appropriarsi dei suoi 500 fiorini, perché “chi starebbe meglio di mie se quei denari fossero miei?” dice. Quindi, in realtà, Fiordaliso viene descritta come una donna con nessuna morale, che si vende per soldi agli uomini e che per i soldi è pronta a mentire anche su cose molto importanti, come essere fratelli e sorelle.
Invece Lisabetta, nella quinta novella della quarta giornata, viene descritta come una giovane bella e molto ben educata, ancora non maritata dai tre fratelli e molto innamorata del giovane Lorenzo, tanto che quando egli scompare, lei piange ogni notte e chiede di lui costantemente ai fratelli. Poi, dopo un sogno, quando scopre che Lorenzo è stato ucciso dai suoi fratelli, Lisabetta va persino nel luogo dove è stato sepolto, ritrova il corpo, taglia la testa dell’amato e la porta via con sé. Ma finisce per morire di pianto quando persino la testa le viene portata via dai fratelli. Quindi Lisabetta muore per amore, in quanto non è in alcun modo pronta a vendersi a nessuno e non ama il denaro, né tantomeno per questo è pronta a mentire.
Mi sembra perciò l’esatto opposto di Madonna Fiordaliso, una donna senza morale e interessata solo al denaro. Anche nella novella di Lisabetta, però, ci sono dei malvagi senza morale, perché arrivano a uccidere Lorenzo senza pensare ai sentimenti della sorella e a sottrarle persino quel vaso di basilico dove ella aveva riposto la testa del suo amato.
In questa novella, Lorenzo viene descritto come un giovane pisano, garbato e molto bello, che tralascia tutti gli altri suoi amori quando vede Lisabetta, a cui sceglie di donare la sua anima, e dal momento che entrambi si piacciono nella stessa misura, non passa molto tempo che cominciano ad amarsi come volevano, racconta Boccaccio.
Anche Paolo e Francesca, nel quinto canto dell'Inferno, sono travolti dal loro amore, secondo Dante, che li mette tra i lussuriosi, e in questo sono simili a Lisabetta e Lorenzo, perché anche il loro amore è clandestino e passionale, non regolato da un matrimonio. E anche il loro amore porta dolore e morte: infatti, Paolo e Francesca muoiono a causa del loro amore. La differenza sta forse nel racconto dell’innamoramento che Francesca fa a Dante: mentre i due leggevano della passione di Lancillotto, caddero nello stesso amore carnale. Il racconto dell’innamoramento fatto da Boccaccio è invece meno particolareggiato, anche se poi il dolore che porta l’amore carnale e la separazione da questo amore è lo stesso, una vera tragedia senza scampo.

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