Il primo racconta della storia di un giovane chierico, Leonardo Sacco, che nasce da una famiglia cristiana e nubile; il suo viaggio verso Parigi si interrompe a causa di sfortune e cambia destinazione, ossia diventa la ricerca della mitica Atlantide: un avventuroso cammino affrontato con coraggio e determinazione, nonostante le difficoltà del gruppo eretico del “Libero Spirito” imbarcato sulla Stella Maris. Si tratta di uomini odiati dalla società, che cercano un loro posto nel mondo in cui vivere con libertà. Il Nuovo mondo sembra loro molto diverso; nella realtà non lo è poi tanto in confronto al mondo “civile”. Infatti i personaggi del libro vanno incontro a molti pericoli e difficoltà.
Il secondo libro invece racconta la storia di una donna spagnola forte e determinata, il cui nome è Inès. La protagonista fu la prima donna a compiere la spedizione di conquista del Cile, nel 1540. Questa sua scelta fu spinta dalla vita solitaria in Spagna e dalla voglia di incontrare Juan de Málaga, partito per il Nuovo Mondo. Arrivata lì, però, scoprì che era morto, ma proseguì comunque il viaggio con un altro uomo, ossia Pedro de Valdivia, col quale fondò in seguito la città di Santiago.
Le due storie sono diverse, ma i protagonisti hanno vari aspetti in comune: entrambi sono degli esploratori e dei conquistatori di terre sconosciute. Queste hanno il bisogno di essere scoperte da tutto il mondo, anche per la loro bellezza. Così, l’isola di Atlantide descritta nel libro di Vassalli dal Capitano Cat, è un paradiso terrestre, un luogo caratterizzato dalla natura incontaminata, da animali particolari e meravigliosi, dove, essendo gli abitanti cordiali, basta lo scambio di qualche oggetto di poco valore per fare amicizia.
Le due storie sono diverse, ma i protagonisti hanno vari aspetti in comune: entrambi sono degli esploratori e dei conquistatori di terre sconosciute. Queste hanno il bisogno di essere scoperte da tutto il mondo, anche per la loro bellezza. Così, l’isola di Atlantide descritta nel libro di Vassalli dal Capitano Cat, è un paradiso terrestre, un luogo caratterizzato dalla natura incontaminata, da animali particolari e meravigliosi, dove, essendo gli abitanti cordiali, basta lo scambio di qualche oggetto di poco valore per fare amicizia.
Ma le aspettative sono diverse dalla realtà: oltre ai racconti e alle leggende popolari, c’era di più. In entrambi i romanzi, gli esploratori trovano sì un mondo pieno di oro e ricchezze, ma anche di pericoli, dovuti in parte a causa della mancanza di conoscenza da parte degli europei della lingua, delle tradizioni e costumi degli indigeni. Questa assenza provoca lotte ed incomprensioni tra uomini, come dimostrano entrambi i libri.
Nonostante ciò, i protagonisti avevano il bisogno e la necessità di trovare altre terre, perché si sentivano schiacciati da altri popoli che vivevano nei paesi vicini, dall’aumento della popolazione in Europa, dalla presenza di oro e ricchezze nel Nuovo Mondo e anche dalla semplice curiosità di vedere cosa c’era al di là dell’Oceano. Ciò può apparire un po’ una pazzia in realtà, visto che molti intellettuali del tempo erano sicuri che non ci fosse nulla.
Al giorno d’oggi siamo convinti di essere riusciti ad esplorare tutta la superficie terrestre, ma bisognerebbe riflettere se è davvero così. Più del suo 70%, infatti, è ricoperto d’acqua. Gli oceani del nostro pianeta sono l’Oceano Pacifico, l’Oceano Atlantico, l’Oceano Artico e l’Oceano Indiano. Di questo immenso bacino di acqua, ne abbiamo esplorato solo il 5%. Questo vuol dire che oltre il 95% del nostro pianeta è ancora sconosciuto, con i suoi segreti e i suoi misteri.
Oceani a parte, migliaia di montagne, dall'Himalaya alle Ande, restano da conquistare, metà delle caverne del globo non sono mai state solcate da uno speleologo, l'Antartico (che da solo è più grande di Stati Uniti e Messico messi insieme) e la Groenlandia, di fatto due continenti, rimangono in gran parte incontaminati, così come milioni di ettari di foresta pluviale in Amazzonia, nel Borneo, nella Nuova Guinea e in altri parti dell'Estremo Oriente e dell'Africa.
Poi c'è l’universo. A quanti pianeti ancora non siamo arrivati? Troppi.
Un po’ come accadeva al tempo di Cristoforo Colombo, però, anche al giorno d’oggi quando si fa una nuova scoperta, tutto si ferma. Le voci girano per le strade e le persone restano incantante.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.